Citazione

NOVE DOMANDE SULLA PEDAGOGIA ACQUARIANA

In questa sezione raccogliamo alcune risposte date da Baba Bedi XVI il 22/11/1992 in occasione dell’inaugurazione dell’Istituto di Pedagogia Acquariana di Cittadella.

Che cos’è la Pedagogia Acquariana?

È il modo di esprimersi di ogni studente. L’educazione oggi è diventata istruzione e viene mandata giù come qualcosa di molto amaro. L’educazione reale è solo ciò che viene da dentro. Aiutare i bambini a trarre fuori e ad esprimere quello che c’è dentro di loro è il vero significato di educazione.

Quali caratteristiche deve avere un insegnante Acquariano?

Deve avere la capacità di capire che cosa c’è dentro allo studente; la capacità di aiutarlo a portare fuori tutto ciò che ha dentro e di aiutare lo sviluppo della sua personalità, perché insegnare non è mettere qualcosa in una bottiglia vuota: la bottiglia è piena ed è necessario fare in modo che il suo contenuto possa fluire pienamente. Questa è vera educazione.

Perché è così importante e fondamentale che il bambino scelga lui quello che vuole studiare?

Perché così corrisponde alla sua interiorità, al suo intelletto ed alle sue possibilità: queste componenti sono diverse in ogni bambino. Allora, se è lui che sceglie, la sua scelta lo porterà verso l’imparare qualcosa che c’è dentro di lui e che egli può tirar fuori. Nel far uscire da sé, egli sviluppa la propria personalità così come deve essere.

Se ognuno ha delle capacità, come mai va a finire che gli insegnanti a scuola dopo sono sempre coercitivi nei confronti degli studenti?

Perché vogliono usare la loro autorità. Si sentono molto soddisfatti quando esercitano la loro autorità e vedono gli studenti guidati e governati da essa. Allora se ne servono: non lasciano fluire quello che c’è dentro allo studente, ma utilizzano l’autorità per mettere la propria impronta su di lui.

L’educazione Acquariana è “olistica”. Che cosa vuol dire?

È necessario semplicemente spiegare allo studente come tutto è legato e niente è separato. Ogni cosa ha una faccia diversa come ogni essere umano ha una faccia diversa; allo stesso modo la conoscenza ha le diverse facce delle diverse materie, diverse situazioni, diverso stato d’animo. Riconoscendo questo diventiamo coscienti di ciò che affrontiamo.

Come informare i genitori e renderli protagonisti insieme ai loro bambini di questo progetto?

I genitori non sono genitori se non sono sempre insoddisfatti di come agiscono i figli, perché c’è la differenza di una generazione. I genitori aspettano di vivere attraverso i figli qualcosa che è mancato nella loro vita. Non vedono normalmente le urgenze del bambino, o del figlio, o della figlia, ma guardano a loro con l’insoddisfazione per ciò che non hanno potuto ottenere nella loro stessa vita attraverso il loro sforzo.

Questo crea una grande divergenza tra le urgenze dei genitori e l’azione dei figli. Questa è la realtà. È tale lo sforzo dei genitori, che crea un conflitto tra genitori e figli: ogni padre o madre con cui parliamo inizia sempre dallo stesso punto di partenza, dicendo: “Oggi gli studenti fanno così; oggi i figli fanno così; oggi, oggi, oggi.”

L’enfasi è su “oggi”. Non si rendono conto che il loro tempo è passato e che oggi è il tempo dei figli. Non è che l’oggi sia divenuto così diverso, tuttavia c’è la differenza di una generazione: osservate quanti cambiamenti si sono realizzati negli ultimi vent’anni in tutto il mondo in ogni dimensione della vita. I genitori non se ne rendono conto e mettono sempre una macchia nera sul presente guardando verso il passato. In altre parole vivono non nell’oggi, ma nel passato. È questo che crea problema.

Come definisci la parola “tecnica”?

Metodo di fare.

Mi sembra che i presupposti di questo insegnamento siano altamente rivoluzionari rispetto all’insegnamento per come viene visto e inteso adesso. Come è possibile che questo Istituto non entri in contrasto molto forte con la realtà attuale della scuola?

Se non vi è contrasto completo, la scuola nuova non serve a nulla. Quale è lo scopo della scuola nuova? Metodo nuovo? Insegnamento nuovo? E studenti nuovi? Insegnanti nuovi? Tutto nuovo. Nasce per questa ragione di novità l’Istituto di Pedagogia Acquariana, altrimenti non c’è nessuna ragione di cambiare.

Come si può sviluppare il talento della pedagogia?

Se una persona ha il talento di insegnare, deve diventare insegnante; altrimenti ci sono cento altre cose che può fare, ma non deve divenire insegnante: è una perdita di tempo, una perdita di vita e fa del male agli studenti.